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Gli intrighi del convento di San Girolamo 5


di boschettomagico
21.01.2018    |    4.068    |    2 9.5
"Mentre la inculavo vedere quelle chiappone sproporzionate che ballonzolavano come budini mi eccitava per cui ho cominciato a schiaffeggiarla; dopo una iniziale..."
Capitolo 5 : Scopro il mio io

Mercoledì avrebbe dovuto tornare Gertrude, ma attesi il suo ritorno invano, nemmeno il giovedì la vidi per cui cominciavo ad innervosirmi...avevo voglia di lei, del suo corpo, della sua compagnia...e dentro di me temevo sempre la concorrenza con l'adone Abelardo.
Quando venerdì sul mezzogiorno sentii nitrire i cavalli nel cortile sospirai di gusto per la gioia e le andai incontro sorridendole a trentadue denti per farle capire che per me lei era troppo importante.
Pranzammo nel mio alloggio, volevo sapere i motivi del suo ritardo, e volevo quindi parlare liberamente, mi tranquillizzò dicendomi che aveva dovuto sistemare nel migliore dei modi i documenti delle prese dei voti da parte mia e di Fiorella.
Aveva dovuto archiviarli senza essere controllata da nessuno e aveva dovuto aspettare il momento esatto, curando tutto nei minimi particolari anche se era certa che nessuno mai avrebbe indagato su quei pezzi di carta...però la sua preoccupazione era rivolta all'ambiguità di Suor Domenica
-L'hai controllata, possiamo stare tranquille su di lei?
-Si... penso che il pericolo sia passato, ogni notte Claudia va nella sua cella e si trastullano...ormai ha trovato la sostituta di Fiorella e si gode quel fiore di ragazza.
-Ho saputo che i nostri genitori hanno problemi economici, e hanno chiesto proroghe alla curia sugli affitti dei terreni in quanto non riescono onorare i pagamenti.
Tuo padre è schiavo del gioco d'azzardo, e si fa spellare da Odoacre...gli deve somme molto importanti...ecco perchè voleva spingerti tra le braccia di quell'insulso personaggio, prima era un dubbio ora è una certezza.
Mio padre invece sta scialacquando soldi con le mignotte...ma le vuole giovani e belle e pian piano ha demolito il tesoretto che mia madre aveva lasciato in eredità alla sua morte.
Ci hanno fatto del male e io li voglio distruggere...e penso che ci riuscirò...dammi tempo...
Poi arrossendo l'ho guardata negli occhi e le ho chiesto
-Non hai visto Abelardo?...
Gertrude mi ha sorriso accarezzandomi una guancia
-Sciocca non ricordi cosa ti ho detto...tu ormai sei la mia donna e non oserei mai tradirti...anzi ho voglia di te...ora desidero solo andare a letto e fare l'amore con te per tutta la notte.
Siamo andate nella mia camera da letto...quella che fino a venti giorni prima era quella di Gertrude...ci siamo spogliate e io ad ogni capo di biancheria che scopriva pian piano il suo corpo sentivo dentro di me dei brividi...sentivo che quella donna mi era entrata dentro il cervello e l'amavo perdutamente.
Quando Gertrude fu completamente nuda i miei occhi si sono concentrati sulla sua figa nera e pelosa, vedere quel triangolo di pelo fantastico mi ha trasmesso una elettricità in tutto il corpo e desideravo solo fare l'amore con lei; Gertrude lo ha capito e guardandomi fissa negli occhi mi ha detto
-Ti desidero...ti voglio...vado lavarmela e poi sono tua.
-No non lavartela...il tuo odore mi piace, è unico, mi eccita!
-Ma dai...è da stamattina che sudo sotto la tonaca in quella carrozza
-No ti prego, voglio sentire il tuo odore di donna penetrare dal mio naso in tutto il mio corpo.
Ci siamo stese sul letto e dopo tre baci a tutta lingua...ci siamo messe sul letto nella posizione del 69...l'odore di sudore di femmina, di piscio e di umori mi ha subito mandata in orbita e ho cominciato a leccarle la figa, lei mi rendeva gli stessi servigi ed entrambe cominciavamo volare verso l'appagamento.
Ormai eravamo affiatate e sapevamo pilotare il nostro atto amoroso verso un orgasmo simultaneo...adoravamo godere in contemporanea, sentire la passera che si scioglieva proprio mentre la figa della partner ti innaffiava il viso con i suoi saporiti umori...e così è stato.
Quando la passera di Gertrude sussultando ha cominciato a sborrare io ho abbracciato le sue cosce e ho affondato la faccia in mezzo al suo pelo aspirando quegli aromi di figa vogliosa.
L'ho bevuta tutta con voluttà e con amore...siamo state così per cinque minuti poi ci siamo riabbracciate stringendoci al massimo e cominciando a baciarci...adoravamo scambiarci i rispettivi umori con le lingue.
Gertrude era in estasi, mi baciava in modo assatanato, poi si è staccata da me mi ha guardata e mi ha detto
-Hai il cero? Lo voglio.
-Ho di meglio per te stanotte...ti prego...chiudi gli occhi e riaprili solo quando te lo dirò io.
Gertrude piuttosto curiosa ha obbedito mentre io ho preso dal mio comodino il cazzo di legno e me lo sono incinghiato...fuoriusciva un laccetto di cuoio e perché non mi fosse di ostacolo l'ho infilato nel bordino di cuoio...mi sono specchiata...vedermi dotata di quel cazzo così ben fatto mi dava una carica erotica inusuale, sentivo il mio inguine friggere di libidine, mi sentivo forte , forte come una quercia, mi sono avvicinata al letto e ho detto a Gertrude
-Ora puoi guardarmi.
Come la badessa ha aperto gli occhi nel vedermi così si è lasciata scappare un
-Ohhhhhh ma dove l'hai preso, dove l'hai trovato?
-E' una storia lunga...te la racconto dopo...ora voglio solo scoparti.
Sono salita sul letto, ho fatto inarcare Gertrude sul bacino e mi sono messa le sue gambe sulle spalle; la sua figa nera era lì aperta al mio sguardo, le ho avvicinato la cappella e girandola in senso circolatorio ho cominciato a sfregarle le grandi labbra...avevo la sua passera talmente vicina che la vedevo quasi pulsare, quella patacca odorosa era come se mi parlasse e mi dicesse "Infilamelo"...
Ero però concentrata sul fatto di trascinare lentamente Gertrude verso l'appagamento completo...in quella notte dovevo cancellare completamente in lei il ricordo del cazzo di Abelardo.
Vedere l'uccello di legno che entrava pian piano dentro il sesso di Gertrude mi esaltava, ma la cosa che più mi eccitava era sentire i suoi mugolii di piacere, i suoi occhi che roteavano come se fosse drogata, le sue mani che stringevano il cuscino quasi strappando la stoffa, Gertrude era in mio potere...mi sentivo padrona della situazione e la cosa mi esaltava, la badessa tra sospiri di completa trance mi ha sospirato
-Ti prego prendimi...fammi tua!
Io quasi con violenza l'ho presa con le mani ai fianchi e l'ho posizionata sulle mie cosce per poi infilarle il cazzo con un colpo deciso che l'ha fatta sussultare e urlare di piacere.
Per la prima volta scopavo una donna e la cosa mi realizzava al massimo...mi sentivo appagata...sentivo che era la cosa che avevo desiderato da sempre ma che non riuscivo a capire come avrei potuto realizzare...ora la stavo realizzando.
Dopo una decina di colpi pieni di energia Gertrude ha cominciato a godere e urlare
-Siiiiiii...Siiiiii...non smettere...chiavami tuttaaaaaaaa...spingi, spingi, dai daiiiiiiiiii...
L'odore della sua figa ora era intenso ma la cosa mi attizzava, quell'odore di femmina in calore mi dava la carica.
Esaurito il suo orgasmo Gertrude mi ha guardata con uno sguardo allucinato e mi ha quasi sospirato
-Basta, basta mi fai morire... io però ero ormai in un'altra dimensione...volevo farla godere come non aveva mai goduto in vita sua e infischiandomene del dolore alle reni che cominciavo sentire, ho continuato a stantuffarla quasi con violenza, ma la mia violenza non era poi tanto sgradita alla mia donna che ha ricominciato il suoi volo verso un altro orgasmo.
La cosa più sorprendente per me era ora il fatto che il laccetto di cuoio che mi ero infilata dentro il bordino della cinghietta sotto i miei colpi di reni si era intrufolato nella mia figa e mi stava sfregando la clitoride dandomi un piacere veramente fantastico, pompando mi masturbava e ciò mi dava nuove energie per cui riuscivo ignorare la stanchezza che cominciava a farsi sentire, e scopare senza soste Gertrude, per giungere anch'io a un orgasmo nuovo che non avevo mai provato.
E così, come era stato per il 69 abbiamo avuto il nostro secondo orgasmo simultaneo...la badessa con lo sguardo perso continuava a urlare
-Godooooo, godooooo, Marzia sei fantastica; mentre io dandole gli ultimi colpi liberatori ho sentito la mia figa sciogliersi rilasciando umori a tutto spiano. Li sentivo colare giù per le cosce quasi come se mi stessi pisciando addosso.
Come ho capito che ormai Gertrude era in fase di ripresa mi sono accasciata su lei sotterrandola con tutto il mio corpo, ero stravolta, stanca, spossata, ma completamente appagata di sesso come mai mi era successo prima.
Ci siamo addormentate così, lei sotto di me, e io sopra di lei, senza nemmeno avere la forza di togliermi il cazzo di legno.
Al mattino Gertrude mi ha svegliata con un bacio
-Tesoro mio stanotte mi hai fatta impazzire...eri una furia...non avevo mai goduto così.
Ora mi dici dove hai preso quel coso?
Le ho raccontato tutto, senza nascondergli il fatto che avevo sperimentato la cosa con Daniela...a quella rivelazione Gertrude ci è rimasta un po' male ma io ho voluto specificarle bene che ciò non doveva minare minimamente il nostro rapporto e che tra scopare e fare l'amore c'è una barriera spessa un metro; Gertrude accarezzandomi la mano mi ha detto
-Si amore mio, è vero.
Negli occhi di Gertrude ho visto però un velo malinconico...mi sono maledetta da sola, mi sono chiesta perché le avevo confidato una cosa che potevo tacere e mi ripromisi che da ora in avanti dovevo essere più scaltra e meno ingenua.
Nei giorni a seguire comunque il mio cazzo di legno era chiamato spesso a soddisfare la mia donna e la mia ingenua confessione sembrava ormai non aver dato origine a pericolose conseguenze.
Però, ogni volta che in mensa incrociavo lo sguardo di Suor Daniela, sentivo dentro di me una frenesia strana e pensavo con insistenza a quella foresta di pelo che nascondeva in mezzo alle gambe e a quegli umori strani che la facevano schiumare come un cavallo da corsa.
E così una sera Suor Daniela mi si è avvicinata in mensa e mi ha detto
-Reverenda madre, in questi giorni ho fatto un aggeggino nuovo per lei...se ne vuole sapere di più...perché non viene trovarmi nel capanno.
Per giorni ho rimuginato sul come comportarmi...volevo essere fedele con Gertrude, ma Suor Daniela mi intrigava e la storia dell'aggeggino mi incuriosiva come una bambina, temevo che Gertrude fosse sospettosa e che mi controllasse, per cui non volevo togliermi quella mia curiosità, ma il diavolo aveva messo lo zampino e la mia promessa di fedeltà è vacillata.
Gertrude si è ammalata, una tosse che le ha portato febbre alta da rifugiarsi a letto per qualche giorno. Io naturalmente la curavo come meglio potevo, ma quella improvvisa libertà di agire aveva portato in me una certa voglia di soddisfare le mie curiosità libidinose sull'aggeggino.
Era un mattino di settembre, avevo portato nella torretta alloggio di Gertrude un brodo di pollo preparatomi da Suor Domenica e poi ero andata andai al capanno dell'uliveto; non so perché, ma mi misi in tasca il mio cazzo di legno.
Come suor Daniela mi ha visto ha chiuso a chiave la porta dell'uliveto e siamo entrate nel capanno.
Eravamo entrambe in imbarazzo, io ho rotto il ghiaccio
-Mi hai parlato di un aggeggino...vorrei vederlo...
Suor Daniela è arrossita ma dopo un attimo di titubanza ha aperto il cassettone del banco da lavoro e ha preso uno straccio di iuta dentro il quale aveva nascosto l'aggeggino, un cazzo di legno di più minute dimensioni già assemblato con due laccetti di cuoio.
L'ho guardata in modo interrogativo
-Non capisco...così piccolo...come mai?
-Suor Marzia mi avevate chiesto se ero vergine di culo...quell'uccellone che vi ho fatto l'altra volta è un po' sproporzionato, per cui ho pensato di crearne uno adatto...visto che io sono effettivamente vergine nel didietro.
Non sapevo se ammonirla severamente e chiudere quella parentesi morbosa che si sarebbe aperta tra noi due, magari incrinando il mio rapporto con Gertrude o lasciarmi andare e indossare quel cazzetto che stava attirando la mia curiosità.
-Naturalmente dovrei sperimentarlo con te
-Reverenda madre...da quando mi avete scopata...io non mi appago più nei miei piaceri solitari, vi sogno ogni notte.
-Tu sai che ho una relazione con la badessa
-Lo so...Ma glielo ripeto ancora, sarò muta come una tomba, contate sulla mia lealtà.
Ho guardato ancora il cazzetto che stava sul banco, pensando che quella esperienza non l'avevo ancora sperimentata, ero indecisa...quasi tremavo per la mia titubanza...
Nel frattempo Daniela senza parlare aveva preso un barattolo di olio di lino e stava ungendo con cura il cazzetto di legno, era un diavolo tentatore, il suo sguardo, i suoi occhi azzurri mi stavano facendo tentennare, sapevo che se rifiutavo, quella occasione non si sarebbe più ripetuta, Gertrude si sarebbe rimessa e non sarei mai più stata libera come in quel momento.
Per cui ho dato ascolto alla mia libidine e ho ordinato a Suor Daniela
-Spogliati!!!
Al mio ordine il viso della suorona si è illuminato, si è posizionata davanti a me e togliendosi la tonaca è rimasta completamente nuda, mettendosi prona sul bancone da lavoro. Ho guardato quella massa di carne e muscoli stupendomi di come mi sentivo attrarre da una donna per nulla affascinante, ma nel vedere il suo culo sproporzionato che mi si offriva così spudoratamente ho sentito che dovevo saltare il fosso e lanciarmi sulla strada della libidine; mi sono spogliata e mi sono incinghiata il cazzetto e nel vedermelo aderire in modo perfetto al corpo ho sentito la solita euforia che provavo ogni volta che mi mettevo all'inguine quel finto membro di legno.
Mi sono avvicinata a Daniela per vedere il buco del suo culo, ho dovuto allargarle con forza le chiappe, ma come ho visto quell'orifizio inviolato ho dimenticato ogni mio dubbio...ora volevo solo sverginarle il culo.
Ho infilato l'indice nel vasetto dell'olio di lino e ho cominciato a lavorarle il buchino cercando di lubrificarla, dopo un po' il dito scivolava senza ostacoli per cui le ho piazzato la piccola cappella nel buco e ho cominciato a penetrarla.
Daniela emetteva dei piccoli gemiti di dolore ma sentivo che cercava di posizionarsi nella posizione migliore per non sentire fastidio; io invece mi eccitavo nel vedere il cazzetto che pian piano penetrava nella sua intimità anale, in certi momenti avrei voluto darle un colpo secco e farla finita ma quell'alternarsi di sospiri di dolore alternati ad altri di piacere mi eccitavano e volevo godermi con calma quel mio primo sverginamento anale.
Ora i sospiri di piacere avevano preso il sopravvento, ogni tanto Daniela emetteva dei leggeri
-Ahi...ahi...ahi... ma poi superato quegli attimi al mio lento penetrare la porcona emetteva solo dei
-mmmmm...comincia piacermi reverenda madre...è bello...è un piacere nuovo.
Ormai aveva raggiunto il livello di sopportazione e con un colpo deciso le ho rotto il culo; Daniela ha lanciato un urlo più forte dei precedenti ma io ormai ero scatenata e senza più curarmi di lei ho cominciato a pomparla senza nessun freno.
La cicciona è rimasta in silenzio assoluto per qualche secondo ma poi ha cominciato ad apprezzare il mio andirivieni e si è lasciata andare
-Suor Marzia è un piacere diverso, forse meno travolgente ma sentirmi il culo pieno e voi che me lo frugate mi piace, è bello, è bello sentire questo vostro alternare colpi dolci a colpi decisi.
Ormai avevo avuto il via libera, non la sentivo nemmeno, pensavo solo a soddisfare il mio piacere di possesso, vederla là prona, col culo che le avevo appena rotto in mio completo potere mi elettrizzava.
Mentre la inculavo vedere quelle chiappone sproporzionate che ballonzolavano come budini mi eccitava per cui ho cominciato a schiaffeggiarla; dopo una iniziale titubanza ho sentito che a ogni schiaffo Daniela emetteva un piccolo grido, ma sentivo che era un grido di piacere per cui ho cominciato a colpirla sempre più con violenza.
Il mio sguardo vagava dal culo della suorona alle pareti della stanza ed è stato proprio guardando verso la finestra che mi è sembrato di vedere un volto al di là del vetro.
Mi sono spaventata ma ero troppo presa dalla mia libidine per fermarmi, per cui ho continuato a inculare Daniela senza ripensamenti.
Ogni tanto puntavo lo sguardo alla finestra e avevo sempre più l'impressione che qualcuna mi stava spiando.
Gertrude non poteva essere, era a letto febbricitante...accidenti chi poteva essere!!!
A distogliermi da questi pensieri è stato l'urlo di Suor Daniela
-Reverenda Madre godooooooo, godoooooo... godo col culo...è fantastico, più lei urlava più io la pompavo...sembravo assatanata, la possedevo quasi con violenza...vedere le sue chiappe rosse per gli schiaffoni che le avevo dato mi eccitava, come ho sentito che lei si stava calmando mi sono strappata il cazzetto e le ho detto
-Ora leccamela...fammi godere
Daniela ha subito obbedito e come la volta precedente nonostante la sua lingua fosse poco morbida, l'eccitazione per lo sverginamento era massimo e le sono venuta subito in faccia
-Bevi, bevi tutto...dissetati con la mia sborra brutta porca!
Ora ero lucida, ho puntato lo sguardo alla finestra all'improvviso e ho visto un volto nascondersi.
Ci siamo rivestite, rosse di eccitazione come non mai, Daniela mi ha chiesto
-Reverenda madre vuole il cazzetto?
Avrei subito detto di si....quanto avrei voluto sverginare il culo di Gertrude...se almeno lo era ancora, ma avrei dovuto darle troppe spiegazioni su come mai avevo un coso del genere per cui ho scelto la strada della prudenza.
-No tienilo tu, ma nascondilo bene, dimmi sei sicura di aver chiuso il portoncino dell'uliveto?
-Certo Suor Marzia.
-Si può arrivare al capanno anche da altre vie ?
- Solo dalla scuderia, tutto il resto del convento è isolato dall'uliveto.
Ci siamo salutate, ma invece di tornare al convento ho fatto il giro dal prato dell'uliveto, dopo il bastione ho visto la scuderia, mi sono avvicinata piano piano, con la massima cautela sono entrata nella scuderia, era il tramonto c'era luce ma non accecante, la vista si abituava pian piano alla semioscurità e con la massima cautela mi avvicinavo allo stallo dei cavalli.
Ho cominciato sentire dei sospiri, mi sono diretta verso quella postazione e ciò che ho visto mi ha lasciata di stucco.
Paola, la suora scudiera era completamente nuda a cavallo di Lampo, il morello del convento, si fregava la figa sul manto del cavallo cercando una strana masturbazione con i crini dell'animale.
Volevo urlarle qualcosa ma sono rimasta immobile a fissarla, vederla nuda, così eccitata, mi attraeva, volevo vedere come andava avanti la cosa...Paola aumentava sempre più il suo andirivieni sul dorso del cavallo, che stava abbastanza tranquillo ma che ogni tanto brontolando scuoteva il suo corpo.
Si sentivano i sospiri di Paola aumentare di intensità, ora praticamente si sfregava la figa a tutta velocità fino a che è esplosa in un urlo liberatorio, aveva raggiunto l'orgasmo!
Sono rimasta in silenzio mentre la suora si è accucciata sul cavallo che ora sembrava più tranquillo.
Si sentiva solo il respiro della suora che si stava riprendendo dal suo orgasmo, al che ho deciso di intervenire
-Eri tu che mi spiavi prima nel capanno vero?
Paola è rimasta di sasso, è scesa di colpo dalla groppa cercando la tonaca per ricoprirsi, ma io le sono andata accanto
-Eri tu vero?
-Si reverenda madre ero io...ma ero venuta al capanno per farmi riparare da Suor Daniela il forcone che si era rotto, non volevo spiare, però nel vedervi mi sono eccitata e ho voluto assistere al vostro atto amoroso, è stato bellissimo vedervi...è stata una cosa casuale, ma mi sono eccitata, molto eccitata e ho voluto anch'io masturbarmi.
-E tu ti masturbi così, col cavallo!?!
-Si reverenda madre, non è la prima volta che lo faccio, mi piace...io sono sempre qui da sola con due cavalli...isolata dal resto del convento.
-Spero che tu ti limiti a quello con i cavalli...
-Ma certo suor Marzia, mi creda, non pensi chissà cosa, sono timorata sa...sono vergine.
Paola aveva più o meno la mia età, era una bella ragazza, vederla così parlare davanti a me completamente nuda cominciava a farmi uno strano effetto; accidenti avevo appena fatto sesso con Daniela, cornificato Gertrude...e ora guardavo con pensieri perversi anche Suor Paola.
-Perchè hai voluto spiarci, sarebbe stato corretto andartene...
-Mi piaceva guardarvi Suor Marzia, mi piaceva vedere lei con quel coso addosso...Mi piaceva troppo vedervi fare sesso
-Lo hai fatto altre volte?
Paola ha abbassato lo sguardo...
-Rispondi!!!
-Beh quando portavo Suor Gertrude in città, in un certo posto... se potevo la spiavo...
-La spiavi quando scopava con Abelardo?
-Come fate saperlo reverenda Madre?
-Io so tutto...rispondi, la spiavi mentre scopava con Abelardo?
-Si, mi piaceva spiarla, mi eccitava, quando poi tornavamo a casa mi masturbavo come oggi pensando a Suor Gertrude e Abelardo che scopavano.
Quel pensiero mi ha fatta infuriare, da sempre pativo la concorrenza con quell'adone prezzolato, sentivo la rabbia ribollirmi dentro....ero infuriata.
-Ti sarebbe piaciuto scopare tu con Abelardo
-Si lo ammetto, anche se oggi mi avete eccitata di più voi; avrei voluto essere io al posto di Suor Daniela.
Non so cosa succedeva in me ma senza riflettere mi sono avvicinata a Suor Paola e le ho palpato la figa, prima lentamente poi con insistenza...sentivo tra le dita ancora i suoi umori dell'orgasmo che aveva avuto col dorso di Lampo, lei è rimasta immobile e si è lasciata palpare, era lampante che se volevo potevo fare di lei tutto quello che volevo.
Il sapere di Gertrude e Abelardo mi aveva fatta incazzare al massimo, dovevo vendicarmi...
-Hai detto che sei vergine...vuoi fare l'amore con me?
-Reverenda Madre sarebbe un onore per me
-Resterà un segreto tra noi due?
-Glielo prometto...
Ho spinto Paola verso delle balle di fieno e l'ho fatta stendere, mi sono spogliata e ho indossato il cazzo che mi ero portata.
Paola mi guardava quasi con ammirazione...era in mia completa balia.
Mi sono accucciata davanti a lei e ho cominciato a leccarle la figa, ha subito cominciato ad eccitarsi mugolando di piacere.
Sentivo in bocca quel sapore selvaggio, un miscuglio strano, tra l'aroma dei suoi umori e l'odore del cavallo, ma la cosa anziché schifarmi mi eccitava!
-Suor Marzia è bellissimo, è fantastico.
Per la seconda volta ho sentito quel prurito all'inguine, il desiderio di possedere una donna, sentivo che se mi mettevo a riflettere mi sarebbe scoppiata la testa; Ora desideravo solo quella nuova donna e reagivo di impulso. Mi sono fermata a guardare la figa di Paola che pulsava e ho sentito che ormai ero solo una depravata che in certi momenti di libidine dimenticava i limiti della correttezza.
Sono salita su di lei e come avevo fatto con Daniela due ore prima ho cominciato a stimolarle la passera con la cappella.
Erano momenti di tensione, Paola era tesa, inesperta, ma si lasciava pilotare; man mano che la stimolavo cominciava a calmarsi e mugolare di piacere.
Volevo essere dolce ma la mia sete di possesso era alta, cercavo il modo migliore con cui comportami, per due volte ho provato a entrare in lei e per due volte lei ha emesso un lamento irrigidendosi.
Ho cominciato allora a leccarle i seni, i capezzoli le si sono induriti oltremisura e i suoi sospiri hanno aumentato di intensità...non sapevo come fare, mi sentivo più legata che non con Daniela, finché ho sentito Paola rilassarsi e spalancare le gambe...in quel momento ho affondato il colpo e sono entrata dentro di lei.
La giovane suora ha emesso un forte grido di dolore, mi sono fermata, spaventatissima, ma la cocchiera mi ha abbracciata attirandomi a se; ho spinto ancora dentro di lei e questa volta ha cominciato a sospirare e attirarmi contro il suo corpo.
Sentivo le mie gambe calde, l'avevo sverginata, ora Paola ansimava solo di piacere, con cautela ho cominciato a penetrarla ma dai suoi sospiri e dal suo ansimare capivo che l'ostacolo era superato.
Provavo un certo piacere, ma cercavo di fare paragoni tra lo scopare con Daniela e quello con Paola.
Daniela col suo culo oscenamente spalancato mi eccitava maggiormente, qui c'era invece dolcezza...ma io cercavo dolcezza?
Paola mi attirava a se, capivo che cercava le mie labbra, voleva la mia lingua in bocca, ma io non potevo accettare quella offerta, quello lo sentivo solo con Gertrude.
La cosa che però mi appagava completamente era il vedere a pochi centimetri di distanza il viso di Paola che faceva delle smorfie di piacere.
Quella donna stava godendo e la protagonista dei suoi piaceri ero io, era quello che contava per me...mi sentivo il direttore d'orchestra e dirigere gli orgasmi di tutte quelle donne mi eccitava.
L'orgasmo di Paola è stato potente, intenso, e le urla del suo piacere erano per me il mio vero appagamento.
Quando la suora si è ripresa mi ha detto
-Suor Marzia voglio leccargliela come ha fatto Suor Daniela, me lo permetta.
Mi sono tolta la cinghia e mi sono messa seduta su una balla di fieno, Paola si è inginocchiata davanti a me e ha cominciato a leccarmela...la sua lingua era morbida , inesperta ma morbida e mi sono goduta la sua leccata fino a venire.
La campana che richiamava per la cena ci ha richiamate alla realtà, ci siamo guardate deluse, la cosa cominciava a piacere ad entrambe; ci siamo lavate in fretta e furia.
-Reverenda madre, spero di avere il piacere di rincontrala, è stato fantastico.
Senza rispondere mi sono diretta al convento, stavo riflettendo su quel pomeriggio di sesso intenso.
Cosa mi stava succedendo, amavo una donna con tutta me stessa e invece in un solo pomeriggio l'avevo tradita due volte prima sverginando il culo a una suora e poi la figa a un'altra...Ero un mostro?
Non sapevo darmi una risposta concreta...certo che stavo cercando di leggere dentro di me sul cosa ero e cosa volevo.
Cosa mi stava succedendo?


(continua) ...









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